HUMAN – Il punto di vista della protagonista

L’intervista di Ludovica D’Autilia alla ballerina Martina Greco

AWA Productions   •   11 Ottobre 2020

HUMAN è un nuovo progetto ideato e realizzato da Martina Greco, ballerina e performer, e prodotto dall’associazione AWA A.P.S. Una serie di tre video in cui attraverso la danza vengono trattati tre temi di un certo spessore, quali stupro, abbandono e pazzia. Temi trattati con delicatezza, che allo stesso tempo lasciano il segno, contornati da creatività, talento e passione.
Qui segue l’intervista con Martina, l’ideatrice.
I: Partiamo dalle domande più banali, perché hai scelto il titolo “Human”?
M: L’intento era quello di rappresentare qualcosa che appartenesse all’essere umano, rappresentare delle emozioni forti, che accomunano tutti.
I: Com’è nata quest’idea? Cosa ti ha spinto a trattare tematiche così delicate?
M: L’idea è nata in una sala di danza, durante un corso è stato richiesto di elaborare una coreografia. Io ho scelto la tematica dello stupro, essendo stata particolarmente toccata e scossa da delle notizie lette nei giorni precedenti al corso. Gli altri temi sono poi stati scelti in quanto anch’essi mi toccano in maniera profonda.
I: Cosa è per te la danza? Parlando in generale, cosa cerchi in una coreografia?
M: Beh, per me la danza è un punto di arrivo e allo stesso tempo di inizio. Una colonna portante nella mia vita, che mi dà forza, che so che non potrà mai abbandonarmi.
Per quanto riguarda le coreografie, io credo che la cosa più importante sia trasmettere qualcosa, lasciare che sia la propria anima a parlare, mettersi in gioco. La tecnica e la bravura sono importanti ma relative, si possono sempre sviluppare e migliorare, è il sentimento autentico a toccare, emozionare, incantare lo spettatore.
I: Qual è il messaggio che intendi trasmettere con questa serie di video?
M: Voglio trasmettere tre messaggi, che allo stesso tempo si uniscono diventando uno.
Nel primo video, quello riguardante lo stupro, volevo mostrare che lo stupro esiste, anche se molto spesso non lo vediamo. Volevo mostrare quanto le vittime siano esseri forti, coraggiose, che non si lasciano scalfire da niente e da nessuno nonostante tutto.
Nel video sulla pazzia l’intento era quello di mostrare ciò che ognuno di noi ha dentro, emozioni represse per paura di non essere compresi, per essere all’altezza degli stereotipi imposti dalla società. La protagonista si libera da questa camicia di forza, che nel video da metaforica diventa materiale, e diventa finalmente se stessa, più serena, pronta a vivere secondo le sue regole.
Il terzo e ultimo video tratta il tema dell’abbandono, della perdita in tutte le sue sfaccettature. È a libera interpretazione, ognuno può sentire e vedere in questo video ciò che vuole, anche se il senso di malinconia è una costante in parte di esso. La svolta sta nell’acquisizione di consapevolezza, nel recupero delle forze per andare avanti, per accettare, per quanto dolorosa, la perdita.
I: Essendo un tema centrale nelle coreografie, vorrei parlare della forza. Cosa è per te? Cosa te ne infonde?
M: La forza è un qualcosa che noi tutti abbiamo, un qualcosa che quasi non si può definire. Anche se sembrerà scontato e banale, la danza, anzi, l’arte in ogni genere e forma, mi dà forza.
I: Anche se penso sia abbastanza arduo, sapresti scegliere una coreografia preferita? Se sì, perché?
M: A livello tematico non sarei in grado di sceglierne una onestamente. A livello prettamente coreografico, il video sulla pazzia è quello che mi è piaciuto di più realizzare, in quanto mi ha dato la possibilità di uscire completamente dai miei schemi, far vedere per la prima volta ciò che sono veramente.
I: Prevedi in futuro altri progetti simili?
M: Sì e no. Il mio desiderio è quello di ampliare il progetto e toccare altre tematiche. Allo stesso tempo vorrei creare anche storie più complesse e magari collaborare con altri artisti.
I: Credo che questa sia un po’ la paura di tutti gli artisti, per questo ti chiedo se hai paura che qualcuno non colga il messaggio del tuo progetto o lo critichi in maniera pesante.
M: La paura delle critiche non c’è, sono perfettamente consapevole che quello che ho realizzato non può piacere a tutti, sarebbe impossibile. Ho però paura che non arrivi il messaggio, essendomi veramente messa in gioco e avendo lavorato tantissimo, non solo sul progetto, ma anche su me stessa come individuo.
I: Cosa diresti ai protagonisti del video se fossero reali, non coniati dalla tua immaginazione?
M: Forse sembrerà una risposta un po’ prevedibile, ma direi a tutti e tre la stessa cosa, direi “Ce l’avete fatta, siete forti, non fermatevi mai”. Un messaggio di speranza, che infonda tanta, tantissima forza.